Restauro della Freccia Verde

La storia, in mano mia, di questo esemplare di PX150E, classe 1981, inizia a circa metà del duemiladodici.
Volevo una Vespa "da battaglia" da usare senza l'ansia di rovinarla, la vedo, tutto sommato è come la volevo io, la compro.
Un piccolo intervento di manutenzione, vale a dire la sostituzione delle gomme, uno sfizio di sicurezza: un paio di cerchioni tubeless e due giorni dopo un intervento serio: la sostituzione della crociera.
Inizio l'uso, senza troppi pensieri, senza troppe pretese, in effetti prestazionalmente parlando lascia a desiderare, ma mi accontento quindi me la godo per quello che è.
Arrivano piccole personalizzazioni: una sella Giuliari in pieno stile anni '80, uno specchietto Vitaloni anni '80 ed infine una freccia del maggiolino adattata alla curvatura del parafango, sta davvero benone.
Mi godo questa PX per oltre novemila chilometri, girandomi letteralmente l'Italia, con questa Vespa inizio i miei "giri" lunghi, quali Genova (giro molto significativo per me: è stato la mia prima gita col Vespa Legend Team), Gargano, Pisa e quota duemilacinque metri sul Passo del Sempione.

E proprio da poco prima del Sempione che ha origine il senso di questo post: un giorno Marco, nel guardare e "coccolare" la mia PX (ma coccola più volentieri il Bagigio) nota una brutta crepa nel telaio, che origina dal foro del gancio del cofano destro, ai ai, la faccenda non è per nulla buona.

Decido di "fermare" la vespa in attesa del momento più opportuno per il restauro.
L'arrampicata sul Passo del Sempione, del quattro maggio duemilaquattordici, sarà proprio l'ultima fatica nelle condizioni in cui giace.

Quattro mesi dopo, esattamente il ventidue settembre del quattordici, quello che io ho sempre chiamato "Trasferimento Verde", porto la mia Freccia Verde a casa di Giovanni, ed è proprio in un autogrill della tangenziale che scatto l'ultima foto prima di qualunque intervento:



Una mezz'ora dopo, a casa di Giovanni, possiamo vederla dopo la rimozione della sella:















  



Dopo soli tre giorni si presenta così:






Giovanni procede svelto coi lavori: queste le condizioni del primo ottobre:




Qui bene in vista la crepa che ha determinato la scelta del restauro completo:




Claudio all'opera: saldatura di un foro della targa esageratamente largo e la saldatura della crepa:






Il ventitré novembre la svolta: sabbiatura completa, si perde così il colore verde Rover che ha caratterizzato questo esemplare a partire dal millenovecentoottantotto:










 Il ventinove novembre il telaio è immortalato completamente rivestito di fondo epossidico:






Degna di nota questa fotografia: la crepa oramai è solo un ricordo:




Due giorni dopo è la volta degli accessori:




I giorni a seguire Giovanni li dedica alla preparazione dei cofani i quali presentano vari segni del tempo:






La Freccia ex-Verde completa il duemilaquattordici ancora senza una tinta ufficiale.

Una ulteriore svolta avrà luogo il trentun gennaio del quindici con la prima mano della verniciatura:





Qui è doveroso da parte mia descrivere un mio sentimento: prima di scegliere la tinta ero molto, forse troppo indeciso, Giovanni è stato il primo a lanciare l'idea del Verde Vallombrosa, in secondo luogo Marco non ha esitato dal condividere l'idea. Come tinta non mi dispiace affatto ma ammetto che viste le parti verniciate, ancora nel forno, la delusione è tanta al punto che sono li li per decidere la risabbiatura, è stato solo un discorso prettamente monetario alla base della scelta (che poi si rivelerà azzeccata) di proseguire senza dover risabbiare il tutto. Claudio consiglia una seconda mano di verniciatura e così è stato.

Il due di febbraio, dopo la seconda mano della verniciatura:





Anche dopo la seconda mano di verniciatura, quel verde Vallombrosa che tanto apprezzavo sulle Vespe "old", ancora non mi convince, non importa: andiamo avanti.

Poco tempo dopo, Fabio, con tanta pazienza, installa il bordo scudo in alluminio, un bordo scudo costruito veramente male, scarso di materiale, la forma va sicuramente risistemata e nonostante queste magagne il risultato è soddisfacente con una nota: mai più bordi in alluminio!
Nella foto successiva uno dei primi interventi per riassemblare la Vespa e già si parte con un paio (se si include la tinta siamo a tre) di personalizzazioni: via il tappetino sul tunnel e al suo posto un paio di strisce pedana "molto VNA" e i puntali "old", siamo al ventiquattro febbraio del quindici.



Parecchio tempo dopo, precisamente il dieci ottobre del quindici, si prova a mettere in moto la Vespa nonostante non sia ancora completa, Giovanni si fa il giro del cortile seduto sul serbatoio, a fine pomeriggio si presenta così:




Riassemblata, anche parzialmente, è da non credere ai miei occhi: il contrasto del verde scuro con le parti in alluminio e il resto delle parti della Vespa, me la fa apprezzare molto, addirittura molto più di quando la scelta fu del Vallombrosa, tutt'oggi mi domando come possa aver addirittura pensato di risabbiarla; è chiaro che quattro lamiere in un forno non possono per niente far immaginare il risultato finito.

Dieci giorni dopo il lavoro è praticamente terminato, manca solo la cresta sul parafango in luogo del "chiarino vw":



Il mercatino di Ovada ha fruttato una buona cresta in alluminio, del tipo stretto per sole cinque euro.

Marco, successivamente con tanta pazienza è riuscito a tirarla a specchio: qui ancora "grezza" (che per me ha il suo fascino anche grezza):



Il venti di marzo del sedici l'inaugurazione su strada: è il primo giro dopo il restauro, con pausa merenda a base di pane e salame a Castellaro, PV.

Qui sotto un fotogramma dei primi metri percorsi e immortalati dalla mia inseparabile cam:




Degna di nota la bacchetta dello specchietto, ricavata da un tondino in alluminio opportunamente filettata e piegata.

Per finire il filmato dei primi metri:



Ringrazio tutti coloro abbiano partecipato a questo restauro.

Un ringraziamento infinito a Giovanni che è sicuramente "papà" di questo restauro strepitoso.

Commenti

  1. Viva la 'Freccia Ombrosa' ed un plauso al Gio, lavoro eccellente e la solita generosità che ben conosciamo!

    RispondiElimina
  2. Che bella storia! Un bel lavoro di gruppo, ma soprattutto di Giovanni. Anzi, Gio, ne approfitto per farti i complimenti per il lavorone, la passione e ovviamente il risultato finale!
    Per quanto riguarda il Verde Vallombrosa be...alcuni di voi sanno che è uno dei miei colori vespistici preferiti e l'avrei scelto sulla mia SV se non avessi poi deciso di mantenerne l'originalità rifacendola grigio Chiaro di Luna.
    In ogni caso non mi aspettavo rendesse così bene anche su un PX! Ancora complimenti e buona strada al Peppo con la "nuova" Freccia Verdombrosa!

    RispondiElimina

Posta un commento

Se lo desideri, puoi dire la tua.

Post più popolari