tag:blogger.com,1999:blog-70362380672691047772024-03-13T02:27:01.369+01:00Vespa Legend GarageIl Vespa Legend Team in officina. Pensieri, idee e qualche consiglio sulla Vespa e le sue derivateMarco Benardihttp://www.blogger.com/profile/03415470323846237096noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-7036238067269104777.post-90338410616782572932017-11-27T23:10:00.002+01:002017-11-27T23:13:07.218+01:00... e come nasceva una ChetakDopo aver visto <a href="http://vespalegendgarage.blogspot.it/2014/06/come-nasceva-una-vna.html" target="_blank">come nasceva una Vespa 125 VNA</a>... Ecco come nasceva la Bajaj Chetak.<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/cuC7glg0gmA" width="560"></iframe>
Marco Benardihttp://www.blogger.com/profile/03415470323846237096noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7036238067269104777.post-27575724611976106102017-11-07T23:02:00.002+01:002017-11-14T21:17:37.998+01:00Bajaj Classic SL 125 (1998)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-S5J_2xFpi70/WgIkszSYA9I/AAAAAAAA_no/Htde2vEK8HonVE1rW9-W7Zn0Wsp25YzlQCKgBGAs/s1600/07_10_2017%2B14_34_40.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://2.bp.blogspot.com/-S5J_2xFpi70/WgIkszSYA9I/AAAAAAAA_no/Htde2vEK8HonVE1rW9-W7Zn0Wsp25YzlQCKgBGAs/s640/07_10_2017%2B14_34_40.jpeg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<b>1998.</b> Sull'orlo di un millennio che si chiude. Tutti hanno già sulla bocca una parola magica: «duemila». Tanta attesa per un traguardo storico, come se dovesse sancire chissà quale rivoluzione. L'informatizzazione dilaga, si apre l'era digitale; l'economia tutto sommato prospera, in un decennio che pare riflettere ancora la luce dei <i>rampanti </i>anni '80.<br />
Il mercato motociclistico italiano è lungi dal conoscere la crisi che, una dozzina d'anni dopo, avrebbe strangolato produttori e concessionari; anche la poderosa contrazione della seconda metà degli anni '80, figlia di obblighi mal digeriti dal pubblico (il casco per i motocicli «targati»), sembra ormai un ricordo. Scooter automatici di ispirazione giapponese dominano le classifiche di vendita. Piaggio tenta un rilancio del marchio «Vespa» introducendo una nuova generazione di scooter che rompe drasticamente col passato. Si tratta, in definitiva, di una gamma mutuata dagli altri automatici di famiglia, vestiti d'una scocca portante in acciaio, con linee che tentano di riprendere quelle delle Vespa classiche. Il lancio, nel 1996, delle ET2 ed ET4, ha la pretesa così di celebrare il mezzo secolo di storia della Vespa. È comunque un successo commerciale, un'intuizione felice dal punto di vista del mercato, che porta la firma di Giovannino Agnelli. Si è da poco chiusa la parentesi della «Cosa», oggi perentoriamente giudicata fallimentare, sebbene quella Vespa di fatto ma non di nome si sia dovuta confrontare con una contingenza non facile e con scelte commerciali oggettivamente infelici.<br />
Sullo sfondo, la Vespa «PX» è sopravvissuta alla sua erede e punta a proseguire il suo cammino. La produzione non si è mai interrotta. Nel mercato nazionale aveva ceduto il passo alla sua erede, sino ad essere reintrodotta per la gioia dei non pochi affezionati. In questi anni Novanta, però, la Vespa classica non ha grandi schiere di estimatori. È percepita come un mezzo antiquato, certamente espressione di un miracolo economico italiano, che però appare quanto mai lontano.<br />
Veicoli dalle forme tormentate, modellati nella plastica, oggi assecondano la sete di tecnologia che pare essere appagata solo da ciò che arriva dal Sol Levante.<br />
Con queste premesse, all'alba del decennio si era timidamente affacciato nel mercato Italiano un produttore Indiano. È Bajaj Auto, realtà sconosciuta (o quasi) in Occidente, ma un vero e proprio colosso nella regione indiana.<br />
In Germania comparve nei primi anni Ottanta. Alla fine di quel decennio, arrivò a Milano, importata da una piccola realtà - un'officina - quella di Solari, in via Scaldasole. La Chetak si affaccia così nella terra natale dello scooter da cui deriva. Possiamo certamente dire che i numeri dei primi anni furono assai modesti.<br />
Nel 1994 un nuovo importatore di rilievo nazionale introdusse la Chetak nei listini italiani. Risponde al nome SIAM s.r.l. ed ha sede a Napoli.<br />
In questi anni le vendite sono buone ed ancora oggi circolano molti esemplari immatricolati attorno alla metà degli anni Novanta. La gamma comprende due modelli: la Chetak Classic, dalle forme marcatamente retrò, e la Chetak Electronic, una rivisitazione più moderna. La prima è disponibile nella sola cilindrata 150; la seconda sia in versione 150, sia 125.<br />
Arriviamo così al nostro anno 1998. A SIAM subentra Melian s.r.l., con sede a Salorno (BZ), già importatore degli autoveicoli Tata. Porta nel listino un nuovo modello, che rimpiazza i precedenti. È la Classic SL, nei fatti una versione rinnovata della Chetak Electronic. Esordisce con una serie di migliorie tecniche e variazioni di carattere estetico.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-b5c-BB6dGcs/WgIfu93FZEI/AAAAAAAA_mg/6CsBFVYTVbAXKWLdiklOcWE6ynRKBeqfQCKgBGAs/s1600/07_10_2017%2B14_57_24.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="640" src="https://4.bp.blogspot.com/-b5c-BB6dGcs/WgIfu93FZEI/AAAAAAAA_mg/6CsBFVYTVbAXKWLdiklOcWE6ynRKBeqfQCKgBGAs/s640/07_10_2017%2B14_57_24.jpeg" width="480" /></a></div>
<br />
<b><br /></b>
<b>Motore. </b>Siamo pur sempre di fronte ad una «Vespa» che ha fatto il suo alveare in una realtà lontana, adattandosi per quel poco necessario. Il motore è sostanzialmente quello di una Vespa «largeframe» degli anni sessanta. Deriva da quello della Sprint, beneficiando del terzo travaso (frontescarico). Un motore ante PX, diremmo: albero motore con cono volano stretto (17 mm), cuscinetti di banco gemelli (a sfere, misura 62x25x12 mm), ammissione a valvola rotante. Leggermente diversa la conformazione della valvola, che richiama, nelle lavorazioni di ripresa, quella dei motori 200.<br />
Tradizionale anche la frizione, una classica «sei molle». Il cambio, come da modifiche introdotte nel 1994, è a «denti grossi», ovvero è ridisegnato ispirandosi a quelli delle Vespa PX elettroniche, con doppio anello seeger sull'albero secondario, e crocera del cambio piatta (non identica a quella Piaggio, che tuttavia si può facilmente adottare abbinandola al <i>suo </i>stelo di comando).<br />
Se la cilindrata 150 si avvale del classico gruppo termico 57 x 57 (145,45 cc), la 125 ha un'inusuale - ma non del tutto - 54 x 54 (123,67 cc). Non del tutto inusuale? In effetti no: molte vecchie Vespa 125 si avvalgono di un «54 quadro»; è il caso delle farobasso dalla «VM1T» in poi e della prima largeframe, la «VNA1T», con le sue derivate prodotte su licenza in vari paesi del mondo (da citare le Motovespa Spagnole).<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-g2NWSNyYHeY/WgIf4sVGMWI/AAAAAAAA_mo/7tRw4u2USzsyf6JNv0PjguFZ4V6i4VdZwCKgBGAs/s1600/07_10_2017%2B14_44_41.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://2.bp.blogspot.com/-g2NWSNyYHeY/WgIf4sVGMWI/AAAAAAAA_mo/7tRw4u2USzsyf6JNv0PjguFZ4V6i4VdZwCKgBGAs/s640/07_10_2017%2B14_44_41.jpeg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Blocco motore.</i></td></tr>
</tbody></table>
Ne consegue che le Bajaj 125 adottino un diverso albero motore, in ragione della corsa minore. Si noti che le 125 adottano una biella più lunga, da 110 mm (come le Vespa 200); diversa anche l'altezza del pistone, che si caratterizza per lo spinotto fortemente decentrato.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-hQF-ZtsBkfU/WgIqWp-QqNI/AAAAAAAA_oc/SzDglo8D5w8SmIYoTJkL_RDQ9FWLXgfAwCKgBGAs/s1600/11_04_2017%2B18_00_42.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1208" data-original-width="1600" height="482" src="https://3.bp.blogspot.com/-hQF-ZtsBkfU/WgIqWp-QqNI/AAAAAAAA_oc/SzDglo8D5w8SmIYoTJkL_RDQ9FWLXgfAwCKgBGAs/s640/11_04_2017%2B18_00_42.jpeg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Il silenziatore di scarico, con la sigla d'omologazione DGM 51463 S.</i></td></tr>
</tbody></table>
Su entrambe le cilindrate è montato un particolare silenziatore di scarico, esteriormente simile a quello delle Vespa PX; all'interno, però, sono presenti due diverse paratie divisorie. il collettore è di sezione ridotta. Ne consegue un'erogazione che privilegia in termini assoluti l'elasticità, in quasi totale assenza di vibrazioni. Notevole anche la silenziosità di marcia. Per ottenere queste peculiarità, gli ingegneri indiani sono intervenuti anche sull'impianto di aspirazione, con un filtro meno permeabile (con due elementi filtranti sovrapposti). L'anticipo dell'accensione è fisso a 22° prima del P.M.S., coerentemente con le vecchie largeframe a valvola rotante con pistone bombato.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-L8swd9DYVt4/WgIgJs6iLFI/AAAAAAAA_ms/biEm0AsyVvMnkPoWvB10b5566Hq1wb_wACKgBGAs/s1600/11_04_2017%2B16_00_20.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1208" data-original-width="1600" height="482" src="https://1.bp.blogspot.com/-L8swd9DYVt4/WgIgJs6iLFI/AAAAAAAA_ms/biEm0AsyVvMnkPoWvB10b5566Hq1wb_wACKgBGAs/s640/11_04_2017%2B16_00_20.jpeg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Filtro aria con doppia maglia.</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il carburatore è il classico modello «SI» prodotto dall'Indiana Spaco su licenza Dell'Orto. La configurazione del carburatore è la seguente:<br />
<br />
<ul>
<li>Getto del massimo 92;</li>
<li>Emulsionatore E3 (da non confondere con BE3);</li>
<li>Calibratore aria 160;</li>
<li>Getto del minimo 38 - 120;</li>
<li>Getto starter 60;</li>
<li>Valvola gas priva di unghiate, tipo 6823.07</li>
</ul>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-1hpi8rbgLdY/WgIgOCO2v_I/AAAAAAAA_m0/tRkP5zMzQA0nsm4b0OfF344ULvbOzFebQCKgBGAs/s1600/11_04_2017%2B13_43_52.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1208" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-1hpi8rbgLdY/WgIgOCO2v_I/AAAAAAAA_m0/tRkP5zMzQA0nsm4b0OfF344ULvbOzFebQCKgBGAs/s640/11_04_2017%2B13_43_52.jpeg" width="482" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Carburatore Spaco (su licenza Dell'Orto), tipo SI 20/20 D</i></td></tr>
</tbody></table>
<div>
<br /></div>
<div>
L'accensione è elettronica, con centralina e bobina A.T. separate. Esse sono fissate, mediante un supporto in comune, nella parte alta del vano motore, poco sopra al gruppo termico. Soluzione probabilmente concepita per ridurre problemi dovuti ad inondazioni, notoriamente frequenti nella patria di questi veicoli. Il volano richiama quello delle largeframe dei primi anni Sessanta: la ventola è rimovibile, applicata mediante quattro viti; in questo caso è in materiale plastico. I magneti sono assicurati al volano mediante delle viti. Lo statore, invece, richiama quello delle Vespa PX con accensione elettronica, pur variando nelle dimensioni. L'impianto luci è servito da un'unica serie di bobine (quattro). È presente un regolatore di tensione, alloggiato nel cofano sinistro; benché esteticamente del tutto diverso, è intercambiabile con quello a tre contatti delle Vespa PX.</div>
<br />
<br />
<b><br /></b>
<b>Sospensioni.</b> Una delle principali innovazioni funzionali introdotte con la serie «Classic SL» è costituita dalla nuova sospensione anteriore. Lo evidenzia la scritta «Anti dive» sulla carenatura del tubo di sterzo. Se i precedenti scooter Bajaj mantenevano la classica sospensione Vespa, con ammortizzatore e molla separati (non coassiali), qui abbiamo un avantreno completamente riprogettato. Nuovo il tubo di sterzo, nuovo il mozzo, nuovo il braccio oscillante in pressofusione d'alluminio. Quest'ultimo è coadiuvato da una biella supplementare in acciaio, inserita per un più efficace contrasto del tipico affondamento in frenata. La soluzione si rivela efficace, anche se oggettivamente più complessa rispetto alla sospensione introdotta con la Vespa PX, la quale è ugualmente efficiente.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-kddn6tGBkQw/WgIgasLYrlI/AAAAAAAA_m8/CSqfDA00-W8flBaEk2vL4fTJV-rda5aQACKgBGAs/s1600/07_10_2017%2B14_48_40.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="640" src="https://2.bp.blogspot.com/-kddn6tGBkQw/WgIgasLYrlI/AAAAAAAA_m8/CSqfDA00-W8flBaEk2vL4fTJV-rda5aQACKgBGAs/s640/07_10_2017%2B14_48_40.jpeg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Ammortizzatore anteriore. A partire dal 1999 l'attacco inferiore diviene a forcella. Si intravede, sul retro, la biella antiaffondamento.</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-B-sL6snsl5A/WgIgaqVXFyI/AAAAAAAA_m8/mE9PoMb1pLMFw-bkcYnSizPdUhrJXgTTgCKgBGAs/s1600/07_10_2017%2B14_48_26.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://1.bp.blogspot.com/-B-sL6snsl5A/WgIgaqVXFyI/AAAAAAAA_m8/mE9PoMb1pLMFw-bkcYnSizPdUhrJXgTTgCKgBGAs/s640/07_10_2017%2B14_48_26.jpeg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Indicatore di usura dei ceppi freno anteriori.</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
Curioso l'indicatore di usura della ganasce del freno anteriore: una semplice lancetta solidale alla camma che divarica i ceppi. Per il controllo dell'usura del freno posteriore è invece presente un foro di ispezione, come su molte Vespa destinate a mercati esteri.<br />
L'intera sospensione anteriore si avvale di diversi ingrassatori, per la manutenzione periodica.<br />
La sospensione posteriore, invece, è di fatto immutata rispetto alle soluzioni tradizionali impiegate sulle Vespa largeframe.<br />
<br />
<b><br /></b>
<b>Avviamento ed alimentazione. </b>La «Classic SL» in oggetto fa parte della prima serie commercializzata in Italia; è priva di avviamento elettrico e di miscelatore, accessori che diverranno disponibili solo in un secondo momento. Così l'avviamento è rigorosamente a pedale: la leva è in ferro (e non in alluminio), sprovvista di gommino di protezione.<br />
Il serbatoio presenta un tappo a sgancio rapido, come sulle PX Arcobaleno, tuttavia il tappo di diametro inferiore, intercambiabile con quello di alcuni scooter Giapponesi (es. Honda). Soluzione, questa, già presente sulle serie precedenti. Curiosamente con la classic SL è stata ridotta la capacità del serbatoio, passando da 7,8 l a circa 6,5 l.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-_YPcIisYG5I/WgIifmDZMdI/AAAAAAAA_nI/RsnKHTjiDNMm9lfmvqTVUu98qiPCYT19gCKgBGAs/s1600/07_10_2017%2B14_46_13.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-_YPcIisYG5I/WgIifmDZMdI/AAAAAAAA_nI/RsnKHTjiDNMm9lfmvqTVUu98qiPCYT19gCKgBGAs/s640/07_10_2017%2B14_46_13.jpeg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Le corpose maniglie sono fissate sfruttando le viti che bloccano il serbatoio.</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<b>Estetica e dispositivi di segnalazione. </b>Rinnovata anche nell'aspetto esteriore, questa «Classic SL» introduce nuovi cofani laterali, un nuovo curioso parafango anteriore, una maschera anteriore, apposta allo scudo, con indicatori di direzione ora di forma tondeggiante. Una carenatura in plastica nasconde gli organi supplementari della sospensione anteriore. Di nuovo disegno anche il coperchio manubrio, che ospita un tachimetro ampio e ben leggibile, di produzione Minda o, talora, VDO; esso include tre spie (due per le frecce, separate, ed una per la luce abbagliante), queste difficilmente visibili con la luce diurna.<br />
Gli indicatori di direzione sono accompagnati da un cicalino dal suono assai forte. Il lampeggio è alternato - anteriore, posteriore - per evitare inutili cali di tensione sull'impianto. L'avvisatore acustico, di fabbricazione Giapponese Mitutoyo, è ben avvertibile ed è alimentato in corrente continua: questo è possibile nonostante l'assenza della batteria, grazie all'adozione di un apposito raddrizzatore.<br />
I comandi elettrici sono anch'essi ridisegnati: più convenzionali, rispetto a quelli assai originali adottati sulle precedenti Chetak Electronic.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/--yGmVXxQ7hY/WgIkMmHF3NI/AAAAAAAA_nU/yb_i4xqV24w2CG4c_3OG1IprgW-4whQ_gCKgBGAs/s1600/07_10_2017%2B14_50_35.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://1.bp.blogspot.com/--yGmVXxQ7hY/WgIkMmHF3NI/AAAAAAAA_nU/yb_i4xqV24w2CG4c_3OG1IprgW-4whQ_gCKgBGAs/s640/07_10_2017%2B14_50_35.jpeg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Il blocchetto di sinistra.</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-DpSWAnYSvN4/WgIkMuQ3o5I/AAAAAAAA_nU/xOMYRNRdzo8kXxNNgfD5ZhXInJaZuvNPQCKgBGAs/s1600/07_10_2017%2B14_50_16.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://3.bp.blogspot.com/-DpSWAnYSvN4/WgIkMuQ3o5I/AAAAAAAA_nU/xOMYRNRdzo8kXxNNgfD5ZhXInJaZuvNPQCKgBGAs/s640/07_10_2017%2B14_50_16.jpeg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Blocchetto di destra.</i></td></tr>
</tbody></table>
Di nuova foggia anche la lunga sella <i>biposto </i>(quasi riduttivo definirla così), abbinata a due grosse maniglie tubolari che corrono ai suoi fianchi; dietro, su un apposito supporto, è alloggiata in posizione verticale la ruota di scorta, fornita di serie.<br />
Su tutte e tre le ruote sono applicate delle calotte copricerchio di forma a dir poco curiosa, forse più consone ad un giocattolo che ad un mezzo così affine ad una Vespa.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-1w59AfPtHW4/WgIlIig9k8I/AAAAAAAA_n0/e8ZIcEeVvlY_gtzeMKfM-IFlMHbShFypgCKgBGAs/s1600/07_10_2017%2B14_37_26.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://2.bp.blogspot.com/-1w59AfPtHW4/WgIlIig9k8I/AAAAAAAA_n0/e8ZIcEeVvlY_gtzeMKfM-IFlMHbShFypgCKgBGAs/s640/07_10_2017%2B14_37_26.jpeg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>I tappeti originali.</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
Le pedane sono integralmente coperte da un tappeto in gomma, diviso in tre pezzi; è costruito in modo da limitare il ristagno d'acqua, prevenendo la comparsa di ruggine. La pedana di destra ospita un pedale simile a quello adottato sulle Vespa PX; poco distante dal foro del pedale si trova la punzonatura del numero identificativo del veicolo. Esso è codificato secondo lo standard VIN, in 17 caratteri. Nota: sotto al cofano motore si trova una seconda punzonatura, che indica il numero progressivo della scocca; la punzonatura del motore è sul bracco del semicarter sinistro, come sulle altre Vespa <i>largeframe</i>. ¹<br />
Il comando del rubinetto benzina, in posizione tradizionale, è diverso nella disposizione delle funzioni rispetto alle Vespa nostrane: sopra <i>Riserva</i>, lato motore <i>Chiuso</i>, verso il basso <i>Aperto</i>. Il comando dell'arricchitore si avvale di una levetta a scatto, in luogo del classico pomello a tirare.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-rM4vJDdLMbE/WgIkWJaeNHI/AAAAAAAA_nY/bCdFsfUdX6k2O-i4q8EXIw85TjKQUk1HQCKgBGAs/s1600/07_10_2017%2B14_51_03.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://4.bp.blogspot.com/-rM4vJDdLMbE/WgIkWJaeNHI/AAAAAAAA_nY/bCdFsfUdX6k2O-i4q8EXIw85TjKQUk1HQCKgBGAs/s640/07_10_2017%2B14_51_03.jpeg" width="640" /></a></div>
<br />
La verniciatura è stesa senza parsimonia, ma non mancano bucciature.<br />
Alto e solido il cavalletto, privo delle scarpette in gomma, provvisto invece di un comodo puntapiede.<br />
Notevole la capacità di carico complessiva, potendo vantare due capienti vani portaoggetti: quello di sinistra e l'ampio bauletto retroscudo.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Mvr25kIXZO4/WgIlEYikMGI/AAAAAAAA_nw/wqVmmvsckmILXYNLe3aU8q95_Tgt6yYHACKgBGAs/s1600/07_10_2017%2B14_34_52.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://1.bp.blogspot.com/-Mvr25kIXZO4/WgIlEYikMGI/AAAAAAAA_nw/wqVmmvsckmILXYNLe3aU8q95_Tgt6yYHACKgBGAs/s640/07_10_2017%2B14_34_52.jpeg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>I fori per la pedanina sono chiusi, in origine, con tappi in gomma nera.</i></td></tr>
</tbody></table>
Il cofano sinistro presenta quattro fori: predisposizione per l'eventuale pedanina poggiapiedi, accessorio dal sapore assai vintage ma ancora in uso in India.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-tvtBnJoHL6E/WgIlOk8D1wI/AAAAAAAA_n8/Bvnw0s5WPcEnxlHgNCmLceeeN5Qs3K7XwCKgBGAs/s1600/07_10_2017%2B14_38_49.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://3.bp.blogspot.com/-tvtBnJoHL6E/WgIlOk8D1wI/AAAAAAAA_n8/Bvnw0s5WPcEnxlHgNCmLceeeN5Qs3K7XwCKgBGAs/s640/07_10_2017%2B14_38_49.jpeg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Rivestimento fonoassorbente applicato all'interno del cofano lato motore.</i></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Il cofano destro, invece, presenta all'interno un rivestimento fonoassorbente.</div>
In dotazione due chiavi, di produzione Minda, che consentono entrambe l'azionamento di tutte le serrature. L'impugnatura circolare di colore blu reca il logo Bajaj. Per un eventuale duplicato, è possibile utilizzare chiavi grezze realizzate per le serrature Zadi impiegate su Vespa PX Arcobaleno.<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-6a6Qw3DUQoo/WgIluWIPGYI/AAAAAAAA_oE/P774_H56w40hAAvOHNxiYTU7t7QfI73YQCKgBGAs/s1600/14_04_2017%2B14_08_16.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1208" data-original-width="1600" height="482" src="https://3.bp.blogspot.com/-6a6Qw3DUQoo/WgIluWIPGYI/AAAAAAAA_oE/P774_H56w40hAAvOHNxiYTU7t7QfI73YQCKgBGAs/s640/14_04_2017%2B14_08_16.jpeg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>I lamierati del passaruota sono pressoché identici a quelli delle largeframe dalla GL (VLA1T in poi). Assente, tuttavia, la sagomatura per l'alloggiamento della vecchia targa Italiana (presente sulle large dal 1962).</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-NKV-tlpIbls/WgIludvdZhI/AAAAAAAA_oE/EiIg7gyibBAkOgOzxpKdtcKYOb_Q2pA_QCKgBGAs/s1600/14_04_2017%2B19_50_04.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1208" data-original-width="1600" height="482" src="https://2.bp.blogspot.com/-NKV-tlpIbls/WgIludvdZhI/AAAAAAAA_oE/EiIg7gyibBAkOgOzxpKdtcKYOb_Q2pA_QCKgBGAs/s640/14_04_2017%2B19_50_04.jpeg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Il relé intermittente che aziona gli indicatori di direzione trova luogo sotto alla maschera frontale. Un adesivo avverte sui rischi di danneggiamento del dispositivo. La serratura del bloccasterzo integra il contatto per l'arresto del motore.</i></td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-JB-ZRyLsAq8/WgIs9QvbagI/AAAAAAAA_ow/oiqOXRzdxzUTHwY6L-epUxMOgKnYro48QCKgBGAs/s1600/07_10_2017%2B14_47_54.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://2.bp.blogspot.com/-JB-ZRyLsAq8/WgIs9QvbagI/AAAAAAAA_ow/oiqOXRzdxzUTHwY6L-epUxMOgKnYro48QCKgBGAs/s640/07_10_2017%2B14_47_54.jpeg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Targhetta sul frontale.</i></td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-LITKSJoDDBo/WgItxKvVefI/AAAAAAAA_o4/5IkBp7fmivgjGeo9jNuOZ1VfM1AcFxbVwCKgBGAs/s1600/11_10_2017%2B13_53_27.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1208" data-original-width="1600" height="482" src="https://1.bp.blogspot.com/-LITKSJoDDBo/WgItxKvVefI/AAAAAAAA_o4/5IkBp7fmivgjGeo9jNuOZ1VfM1AcFxbVwCKgBGAs/s640/11_10_2017%2B13_53_27.jpeg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-fecUIDpv_1E/WgIs9S3PNZI/AAAAAAAA_ow/B4FkH6W2QDA2FQTMRVh-Yw-dbbj4gX6IgCKgBGAs/s1600/11_04_2017%2B13_40_08.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1208" height="640" src="https://2.bp.blogspot.com/-fecUIDpv_1E/WgIs9S3PNZI/AAAAAAAA_ow/B4FkH6W2QDA2FQTMRVh-Yw-dbbj4gX6IgCKgBGAs/s640/11_04_2017%2B13_40_08.jpeg" width="482" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Vano sotto al serbatoio.</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-5DUj12Vkb2I/WgIlue4aBkI/AAAAAAAA_oE/gxtlZinQsA4-oI3OrMkb9CBQKiXffU4pACKgBGAs/s1600/15_04_2017%2B20_52_43.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1208" data-original-width="1600" height="482" src="https://4.bp.blogspot.com/-5DUj12Vkb2I/WgIlue4aBkI/AAAAAAAA_oE/gxtlZinQsA4-oI3OrMkb9CBQKiXffU4pACKgBGAs/s640/15_04_2017%2B20_52_43.jpeg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Questa etichetta ricorda di prestare attenzione alla miscelazione di benzina ed olio. Trattandosi di un motore tipo Vespa a valvola rotante, la percentuale d'olio è al 2 %.</i><br />
<br />
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-9Imgf82kvmQ/WgIqs-92bOI/AAAAAAAA_ok/ZZpbeS_wZwIc5X-cbyuYkjnX9tDVNMQewCKgBGAs/s1600/07_10_2017%2B14_49_12.jpeg" imageanchor="1" style="font-size: medium; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://2.bp.blogspot.com/-9Imgf82kvmQ/WgIqs-92bOI/AAAAAAAA_ok/ZZpbeS_wZwIc5X-cbyuYkjnX9tDVNMQewCKgBGAs/s640/07_10_2017%2B14_49_12.jpeg" width="640" /></a><br />
<i>Il rinforzo sotto alla pedana, di dimensioni generose, è di nuovo disegno.</i><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; font-size: medium;">
<br /></div>
</td></tr>
</tbody></table>
¹ Per approfondire: <a href="https://vespalegendgarage.blogspot.it/2013/12/identificare-una-bajaj-prefissi-telaio.html" target="_blank"><b>Identificare una Bajaj: prefissi telaio e motore</b></a><br />
<br />
<br />
<b>L'esemplare fotografato non è mai stato immatricolato. Non segna che una manciata di chilometri. È pressoché identico - tinta a parte - a quello provato dalla rivista «Motociclismo» (11/1999).</b> La prova è ad opera di Aldo Benardelli, profondo conoscitore degli scooter Vespa.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-OxXXrDAqNvI/WgIp5MdequI/AAAAAAAA_oQ/i2XQYhPwGKoz5Me_TVqYU982nIsE_OwZwCKgBGAs/s1600/Prova01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1226" data-original-width="898" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-OxXXrDAqNvI/WgIp5MdequI/AAAAAAAA_oQ/i2XQYhPwGKoz5Me_TVqYU982nIsE_OwZwCKgBGAs/s320/Prova01.jpg" width="234" /></a> <a href="https://3.bp.blogspot.com/-zPUZq84N5ns/WgIp5NmxijI/AAAAAAAA_oQ/QmMneHbFj_ApSi8iuJig7PpqI-yUSj3iQCKgBGAs/s1600/Prova02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1226" data-original-width="898" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-zPUZq84N5ns/WgIp5NmxijI/AAAAAAAA_oQ/QmMneHbFj_ApSi8iuJig7PpqI-yUSj3iQCKgBGAs/s320/Prova02.jpg" width="234" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-GQ8fFh2WCX8/WgIp_i-2FcI/AAAAAAAA_oU/o4TNuQbCvfQGrCk_XqSqBNR3qnZ5AoHGACKgBGAs/s1600/Prova03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1226" data-original-width="898" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-GQ8fFh2WCX8/WgIp_i-2FcI/AAAAAAAA_oU/o4TNuQbCvfQGrCk_XqSqBNR3qnZ5AoHGACKgBGAs/s320/Prova03.jpg" width="234" /></a><a href="https://3.bp.blogspot.com/-NT5DYLRYpBI/WgIp_uaRZnI/AAAAAAAA_oU/9xiVO8eNaLoWDd9YqbPHzd3lmbI-mpCcwCKgBGAs/s1600/Prova04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1226" data-original-width="898" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-NT5DYLRYpBI/WgIp_uaRZnI/AAAAAAAA_oU/9xiVO8eNaLoWDd9YqbPHzd3lmbI-mpCcwCKgBGAs/s320/Prova04.jpg" width="234" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<b>In ultimo, una brochure dell'importatore italiano</b>: è del 2001; alla normale Classic SL - oggetto di questa rassegna - subentra la versione denominata, in Italia, «Eco»: è provvista di avviamento elettrico e miscelatore automatico, ha ora l'omologazione «Euro 1». Della «Classic SL Eco» parleremo prossimamente. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Nota: nella brochure è presentata la «Chetak», quale versione più povera. È priva del miscelatore e dell'avviamento elettrico. Non solo, rispetto alla «Classic SL», non beneficia della nuova sospensione anteriore. Risulta, tuttavia, che non sia mai stata commercializzata effettivamente in Italia.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/--p-QZ3JO4uw/WgmBkCVxOdI/AAAAAAABAGE/tTAMphm1oegMQnhlKF1D04_V4Yt4MaatgCKgBGAs/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1134" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/--p-QZ3JO4uw/WgmBkCVxOdI/AAAAAAABAGE/tTAMphm1oegMQnhlKF1D04_V4Yt4MaatgCKgBGAs/s320/01.jpg" width="226" /></a> <a href="https://1.bp.blogspot.com/-YGAFolHxQvo/WgmBkMGkY7I/AAAAAAABAGE/LmNWGpMwcRkCh9gS5W_CLa6mjTNMVLX7ACKgBGAs/s1600/02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="831" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-YGAFolHxQvo/WgmBkMGkY7I/AAAAAAABAGE/LmNWGpMwcRkCh9gS5W_CLa6mjTNMVLX7ACKgBGAs/s320/02.jpg" width="166" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-ee1NVAwxtn4/WgmBkJ5VsuI/AAAAAAABAGE/4m_Y3VPy9HQe87lwYx_X3RjmTnvkT5BnACKgBGAs/s1600/03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1125" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-ee1NVAwxtn4/WgmBkJ5VsuI/AAAAAAABAGE/4m_Y3VPy9HQe87lwYx_X3RjmTnvkT5BnACKgBGAs/s320/03.jpg" width="224" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-PFaLIfjrlvY/WgmBkOQ3KAI/AAAAAAABAGE/w3sBg7ISn2gyNwuA02-SMJdHEJt02ZZrACKgBGAs/s1600/04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1137" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-PFaLIfjrlvY/WgmBkOQ3KAI/AAAAAAABAGE/w3sBg7ISn2gyNwuA02-SMJdHEJt02ZZrACKgBGAs/s320/04.jpg" width="227" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div>
<br /></div>
Marco Benardihttp://www.blogger.com/profile/03415470323846237096noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7036238067269104777.post-87410111303470447322014-04-04T18:40:00.000+02:002017-11-08T11:30:52.928+01:00Com'è fatto? Il clacson della Chetak Classic<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-hN4Gj2ZK5hg/UzszAHyyVcI/AAAAAAAAAns/XcSVSq8KpsY/s1600/CameraZOOM-20140401190706029+%2528Large%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://4.bp.blogspot.com/-hN4Gj2ZK5hg/UzszAHyyVcI/AAAAAAAAAns/XcSVSq8KpsY/s1600/CameraZOOM-20140401190706029+%2528Large%2529.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
Esaminiamo un oggetto inconsueto: il clacson originale montato sulle Bajaj «Chetak Classic», importate in svariate unità nel nostro Paese durante gli anni '90.<br />
L'avvisatore acustico si può annoverare fra gli elementi distintivi di questo modello; esso, infatti, è esposto (non è coperto dalla maschera frontale come sulla coeva «Chetak Electronic»).<br />
<br />
La copertura esterna è in acciaio inossidabile; reca, al centro, il marchio «bajaj» e, sulla corona esterna, le diciture «JANAK» e «12 V. A.C.».<br />
«Janak» è l'azienda produttrice, ancora esistente (<a href="http://www.janakent.com/horns.html" target="_blank">link</a>). Il clacson è alimentato in corrente alternata alla tensione di 12 Volt.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-oXQETu-zTiU/UzszEzRZB_I/AAAAAAAAAoE/jYoWpSx0JGU/s1600/CameraZOOM-20140401190750128+%2528Large%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; display: inline !important; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="480" src="https://4.bp.blogspot.com/-oXQETu-zTiU/UzszEzRZB_I/AAAAAAAAAoE/jYoWpSx0JGU/s1600/CameraZOOM-20140401190750128+%2528Large%2529.jpg" width="640" /></a><br />
<br />
Sul retro troviamo il codice ricambio Bajaj: 06-20-1076.<br />
La cassa posteriore è in lamiera zincata gialla. Sono presenti due viti, la cui funzione è bloccare i lamierini alloggiati all'interno, i quali costituiscono il corpo principale dell'elettrocalamita che attiva l'avvisatore.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-nVkweSNM8GI/UzszFXyeczI/AAAAAAAAAoM/lQJwOD8ZODw/s1600/CameraZOOM-20140401190809714+%2528Large%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://3.bp.blogspot.com/-nVkweSNM8GI/UzszFXyeczI/AAAAAAAAAoM/lQJwOD8ZODw/s1600/CameraZOOM-20140401190809714+%2528Large%2529.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
La connessione elettrica si avvale di due faston maschi da 6,3 mm. Caratteristica, questa, comune alla maggior parte dei clacson 12V c.a. di questo formato (compresi quelli installati sulle Vespa «PX» prive di batteria).<br />
<br />
La copertura anteriore è assicurata alla cassa mediante i soliti sei occhielli ribaditi. Essi misurano 4,5 mm (diametro esterno della sezione tubolare) e sono in ottone grezzo.<br />
La maggior parte dei clacson Vespa ha occhielli simili, ma di diametro inferiore (4,0 mm) e trattati con nichelatura.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-gDl6VTv-8EU/Uz6rVhhCnnI/AAAAAAAAAqY/ooxeg2u5MK8/s1600/IMG_20140330_175504+%2528Large%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://2.bp.blogspot.com/-gDl6VTv-8EU/Uz6rVhhCnnI/AAAAAAAAAqY/ooxeg2u5MK8/s1600/IMG_20140330_175504+%2528Large%2529.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-fQZUSKZkHJM/Uz6rWu5LybI/AAAAAAAAAro/kb6tkuIixzg/s1600/IMG_20140330_175513+%2528Large%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://3.bp.blogspot.com/-fQZUSKZkHJM/Uz6rWu5LybI/AAAAAAAAAro/kb6tkuIixzg/s1600/IMG_20140330_175513+%2528Large%2529.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
Il clacson in oggetto è stato smontato, pulito e verificato. <br />
Per lo smontaggio, si procede con la rimozione degli occhielli. A tale fine, si monta su trapano una punta per acciaio da 5,5 mm (o simile); con delicatezza si rimuove la parte posteriore degli occhielli. Questi poi possono essere sfilati utilizzando un cacciaspine oppure un piccolo giravite piatto.<br />
<br />
Così facendo, si liberano i tre componenti principali: la copertura, la cassa con l'elettrocalamita ed il diaframma in lamiera d'alluminio.<br />
<br />
Su molti vecchi clacson, fra il diaframma e la cassa era posta una sottile guarnizione in carta. La sua funzione è quella di prevenire in filtrazioni d'acqua all'interno della cassa stessa. Infiltrazioni di questo tipo possono inficiare la funzionalità del clacson e innescare la corrosione della lamiera.<br />
In questo caso, infatti, all'interno sono presenti delle macchie di ruggine.<br />
Per evitare questo problema sono possibili diverse soluzioni; una di queste consiste nella creazione, utilizzando carta apposita, della guarnizione, sul modello di altri vecchi avvisatori. Questo, però, andrebbe ad alterare la distanza fra il diaframma ed i traferri dell'elettrocalamita.<br />
<br />
Una soluzione preferibile, dunque, consisterebbe nell'applicazione di un sottile velo di sigillante siliconico (anche la pasta nera per motori è indicata) sulla superficie di contatto fra cassa e diaframma.<br />
Così è stato fatto su questo clacson.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-j-GDT0_3_PQ/Uz6rWv6iAVI/AAAAAAAAAqg/MSdGbSJxcds/s1600/IMG_20140330_182351+%2528Large%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="480" src="https://4.bp.blogspot.com/-j-GDT0_3_PQ/Uz6rWv6iAVI/AAAAAAAAAqg/MSdGbSJxcds/s1600/IMG_20140330_182351+%2528Large%2529.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Da sinistra: la cassa col gruppo elettromagnetico (traferri, avvolgimento e connettori), il diaframma in alluminio sul quale è applicato un dischetto d'acciaio, la copertura in acciaio inossidabile.</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-z32i7imxVtI/Uz6rbkZC5tI/AAAAAAAAAq8/qhdqzWqcvQ0/s1600/IMG_20140330_182401+%2528Large%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="480" src="https://3.bp.blogspot.com/-z32i7imxVtI/Uz6rbkZC5tI/AAAAAAAAAq8/qhdqzWqcvQ0/s1600/IMG_20140330_182401+%2528Large%2529.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Le ammaccature sono state eliminate e l'acciaio è stato lucidato a specchio.</i></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
La tracce di ruggine sono state rimosse ed il clacson è stato pulito in ogni sua parte. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Il rimontaggio è stato effettuato posizionando nuovi occhielli, ribaditi e completamente appiattiti (come era in origine, su questi clacson indiani) usando un cacciapine piatto da 8 mm.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Ecco il risultato finale.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-J0apfOybPzc/Uzsy9G9E8rI/AAAAAAAAAnY/iyNtvQC851s/s1600/CameraZOOM-20140330194323848+%2528Large%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="480" src="https://4.bp.blogspot.com/-J0apfOybPzc/Uzsy9G9E8rI/AAAAAAAAAnY/iyNtvQC851s/s1600/CameraZOOM-20140330194323848+%2528Large%2529.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Il clacson rimontato.</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />Marco Benardihttp://www.blogger.com/profile/03415470323846237096noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-7036238067269104777.post-79875856350498240252013-12-10T22:59:00.000+01:002014-01-10T16:05:15.337+01:00Identificare una Bajaj: prefissi telaio e motore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://lh3.ggpht.com/-CDrxKTdY704/UqC8v2P3EZI/AAAAAAAAIqM/n2yGVXUMl2M/s1600/CameraZOOM-20130918143159544.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><img border="0" src="http://lh3.ggpht.com/-CDrxKTdY704/UqC8v2P3EZI/AAAAAAAAIqM/n2yGVXUMl2M/s640/CameraZOOM-20130918143159544.jpg" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Riporto una serie di informazioni utili a riguardo dell'identificazione dei modelli Bajaj. Questi dati, <a href="http://modernvespa.com/forum/topic90609" target="_blank">mutuati dal forum statunitense ModernVespa</a>, possono costituire un a valido aiuto nell'esplorare un mondo immenso ed in effetti ancora poco conosciuto, quello della prima cugina indiana della Vespa.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
E' bene cominciare con una premessa. Analogamente a quanto messo a punto da Piaggio, anche Bajaj si è avvalsa di prefissi indicativi, impiegati sia nella numerazione dei telai, sia nella stampigliatura dei motori.<br />
<div>
<br /></div>
<div>
Se nel caso della Vespa abbiamo le lettere «T» (telaio) e «M» (motore), nel caso delle Bajaj abbiamo «C» (chassis) e «E» (engine). Queste lettere sono precedute, di norma, da due numeri: questi indicano la variante del modello.<br />
Benché normalmente la produzione «vespistica» a marchio Bajaj si identifichi con la celeberrima «Chetak», occorre osservare come la gamma sia stata ampiamente differenziata nel corso dei decenni. Non sono mancate né le varianti povere, né quelle di timida aspirazione sportiva.<br />
<br />
E' una materia complessa da trattare, specie a migliaia di chilometri dalla patria delle Bajaj. Il web consente di esplorare questo universo, costringendo però a ragionare per deduzione, mancando materiale ufficiale completo ed esaustivo.<br />
Cercherò qui di fare del mio meglio, sperando di non riportare inesattezze.<br />
Premetto che, a dispetto di quanto riportato alla pagine di cui sopra, ho ritenuto di rivedere alcune parti sulla base di quanto osservato in molte fotografie reperite sul web.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<b>03 - La prima generazione: Bajaj 150. 145,45 cc. Da aprile 1971 al 1973 circa.</b><br />
Si tratta del primo scooter a marchio Bajaj. Prodotta, in buona sostanza, dopo il divorzio da Piaggio. Parliamo tuttavia della medesima «Vespa 150» prodotta nel decennio precedente e derivata direttamente dalla «VBA». Elemento distintivo il nasello, apposto allo scudo mediante saldatura a punti e di forma tondeggiante, ma ornato da uno stemma esagonale. Il manubrio era sostanzialmente identico a quello della VBA, con un adattatore vistosamente sporgente per alloggiare un tachimetro di sagoma tonda in luogo del classico strumento «a ventaglio». E' questo il predecessore del curioso manubrio ribattezzato «volcano», per via della sede tachimetri vistosamente sporgente.<br />
Motore: 145,45 cc (57 x 57) - due travasi - tre marce. Accensione a puntine. Impianto luci a 6V.<br />
Ruote: da 8" (3,50"), cerchi di tipo «chiuso».<br />
<br />
<b>04 - Bajaj Priya. 145,45 cc. Dal 1973.</b><br />
Si tratta dell'evoluzione della precedente, costruita a partire dal 1975 dalla controllata «Maharashtra Scooters Limited». Il nome «Priya» in hindi significa «amata».<br />
Costruita dunque su licenza, mediante una società controllata, tuttora esistente, la Priya è stata commercializzata da Bajaj (non di rado col marchio «Maharashtra») per molti anni quale modello economico e spartano. Si differenzia dal modello precedente anche per il nasello di nuovo disegno, lo stesso, di fatto, introdotto da Piaggio con la «150 GL» del 1962. Il nuovo manubrio, col già citato profilo «volcano», pare richiamare quello introdotto da Piaggio nel 1965 su «Super» e «Nuova 125». Il tachimetro è di forma tonda. Il cofani sono ancora quelli tondeggianti delle «150», dunque di diretta derivazione «VBA».<br />
Un'altra differenza con la serie precedente risiede nel tipo di bloccasterzo: non più quello a paletta mobile delle «VBA», bensì il nuovo tipo ad inserimento, disegno «Neiman».<br />
Motore: 145,45 cc (57 x 57) - due travasi - tre marce. Accensione a puntine. Impianto luci a 6V.<br />
Ruote: da 8" (3,50"), cerchi di tipo «chiuso».<br />
<br />
<b>05 - Bajaj Super e Super Excel. 145,45 cc. Dal 1976.</b><br />
La «Super», nella seconda metà degli anni '70, si presentò come versione più moderna della «Priya». Manteneva le ruote da 8", con cerchi di tipo «chiuso». Di nuovo disegno - per così dire, trattandosi degli stessi della Vespa «Super» - i cofani laterali ed il parafango. Marcatamente «indiano», invece, il solito manubrio «volcano».<br />
Questo modello è rimasto in produzione sino ai primi anni duemila, mantenendo sempre le ruote di piccolo diametro e subendo un numero comunque limitato di modifiche.<br />
Nei primi anni di produzione il fanale posteriore era del tipo con corpo metallico, mutuato anch'esso dalla Vespa «Super». Negli anni '80 con la «Super Excel»compaiono gli indicatori di direzione, del tipo «a sbalzo», di forma circolare; negli anni '90 anche la «Super» acquisirà la maschera a «T» sullo scudo e gli indicatori frontali incassati; quelli posteriori sono integrati nel fanale.<br />
Motore: 145,45 cc (57 x 57) - due travasi (fino ad agosto 1995, poi tre travasi) - tre marce. Accensione a puntine. Impianto luci a 6V («Super») oppure 12V («Super Excel» con frecce)<br />
Ruote: da 8" (3,50"), cerchi di tipo «chiuso».<br />
<br />
<b>06 - Bajaj Chetak «due tempi». 145,45 cc.</b><br />
La «Chetak» è la Bajaj per antonomasia. Il suo nome richiama il leggendario cavallo del re hindu «Chhatrapati Shivaji» ed ha in qualche modo identificato l'intera produzione di Pune per decenni.<br />
E' caratterizzata dal grande proiettore (diametro 130 mm) e dal tachimetro «a ventaglio». I cofani, sebbene alcuni erroneamente li ritengano uguali a quelli delle Vespa «Sprint», sono i medesimi della «Super», dunque più compatti.<br />
Diverso, invece, il parafango, inizialmente identico a quello della «Sprint», più recentemente modificato aggiungendo due coppie di nervature sui fianchi.<br />
E' stata prodotta in diverse varianti, per brevità ne ricordo due: una con frecce a sbalzo, tondeggianti (vedi anche la riproposizione degli anni '90, variante «20»), l'altra con frecce a raso (anteriormente integrate nella maschera a «T»).<br />
Negli anni '90 la prima fu riproposta anche in Italia come «Chetak Classic»; l'altra, con la maschera frontale, era venduta come «Chetak Electronic».<br />
Motore: 145,45 cc (57 x 57) - due travasi (fino ai primi anni '90, poi tre travasi) - quatto marce. Accensione inizialmente a puntine, elettronica CDI dagli anni '80. Impianto luci a 6V se priva di indicatori; 12V se con frecce.<br />
Ruote: da 10" (3,50"), cerchi di tipo «aperto» con tamburi alettati.<br />
<br />
<b>07 - Chetak versione USA. Ultimi anni '70 - primi anni '80. 145,45 cc.</b><br />
Si tratta della variante per il restrittivo mercato statunitense. Per la sua commercializzazione, Bajaj ha previsto una serie di modifiche, analogamente a quanto messo in atto da Piaggio. Fanale posteriore a sbalzo, indicatori di direzione, impianto elettrico con batteria, proiettore di tipo sigillato, numerose targhette informative, catadiottri sui fianchi del parafango e devioluci contrassegnati con scritte esplicative. Il manubrio è sostanzialmente il medesimo della Priya; ModernVespa riporta come alternativa il manubrio con proiettore trapezioidale, tuttavia non nascondo una qualche perplessità a tal riguardo. Notoriamente i vecchi codici statunitensi imponevano l'utilizzo di proiettori sigillati, da qui la necessità di impiego del manubrio con sede circolare.<br />
Motore: 145,45 cc (57 x 57) - due travasi - quattro marce. Accensione a puntine. Impianto luci a 6V.<br />
Ruote: da 10" (3,50"), cerchi di tipo «aperto» con tamburi alettati.<br />
<br />
<b>08 - Bajaj 125. </b><b>123,39 cc.</b><br />
La variante 08 indica la cubatura 125. Ritengo - prendendo atto dalla cilindrata esatta (123,39 cc) che le versioni più vecchie avessero il rapporto alesaggio-corsa «sottoquadro», con pistone da 52,5 mm in corsa 57; in buona sostanza, le stesse misure delle 125 «due per cento» inaugurate dalla «VNB1». <br />
Esteticamente le 125 si presentano come le «Super», col manubrio ruote da 8".<br />
Le ultime versioni presentavano la maschera a «T» sullo scudo, con indicatori squadrati.<br />
Motore: 123,39 cc (52,5 x 57) - due travasi - tre marce. Accensione a puntine. Impianto luci a 6V (12V se il veicolo è dotato di lampeggiatori).<br />
Ruote: da 8" (3,50"), cerchi di tipo «chiuso».<br />
<br />
<b>10 - Bajaj Cub</b>. <b>98,17 cc.</b><br />
Questa varianti impiega curiosamente il nome del celebre best-seller Honda, il «Cub». Contraddistinto dalla piccola cilindrata, contenuta entro i 100 cc, si trattava di una versione spartana e probabilmente pensata per contenere i consumi di carburante.<br />
Fu venduto per pochi anni, sino al 1987. Inizialmente provvisto di accensione a contatti, dal 1984 fu equipaggiato con l'impianto elettronico CDI.<br />
Verso fine produzione furono installati anche gli indicatori di direzione.<br />
Motore: 98,17 cc (50 x 50) - due travasi - tre marce. Rapporto di compressione dichiarato 10:1. Accensione a puntine fino al 1984, poi elettronica CDI. Impianto luci in ogni caso a 6V.<br />
Ruote: da 8" (3,50"), cerchi di tipo «chiuso».<br />
<br />
<b>20 - Retro Chetak Classic. Dal 1993, pensata per il mercato britannico.</b><br />
Si tratta della riproposizione della «Chetak» con frecce «a sbalzo», dall'aspetto assai vicino a quello delle Vespa «largeframe» degli anni '70. Disponibile, su richiesta, nella configurazione con sella singola, piastra e cuscino passeggero. E' uscita di produzione nel 2000. (in quell'anno il suo costo era di 1339 sterline).<br />
Motore (versione UK): 123,39 cc (52,5 x 57) - due travasi (tre dal 1994) - quattro marce. 5,8 CV, velocità massima 55 mph. Accensione elettronica. Impianto luci a 12V con lampeggiatori.<br />
Ruote: da 10" (3,50"), cerchi di tipo «aperto» con tamburi alettati.<br />
<br />
<b>23 - Bajaj Chetak Classic. Anni '80. Per il mercato tedesco.</b><br />
Questa variante, probabilmente esportata solo in Germania, è simile alle altre «Chetak Classic»; di norma era equipaggiata col manubrio a faro trapezioidale e con i lampeggiatori a sbalzo.<br />
Motore: 145,45 cc (57 x 57) - due travasi - quatto marce. Accensione elettronica CDI. Impianto luci a 12V con lampeggiatori.<br />
Ruote: da 10" (3,50"), cerchi di tipo «aperto» con tamburi alettati.<br />
<br />
<b>35 - Bajaj Classic SL con avantreno «anti-dive». 123,67 cc - 145,45 cc. Dal 1997 al 2004.</b><br />
Questo modello segna l'introduzione del nuovo tubo di sterzo, dotato di un complesso sistema anti affondamento, denominato «anti dive». Dal punto di vista estetico, ne esistono due versioni: una con lampeggiatori squadrati, l'altra con indicatori di forma più tondeggiante.<br />
Con questa serie fa la sua comparsa l'avviamento elettrico, quale accessorio; a questi si aggiunge l'impianto di lubrificazione separata, anch'esso opzionale.<br />
Le versioni prive di tali accessori conservano un motore nella sostanza praticamente invariato rispetto alle precedenti: dunque un blocco di diretta derivazione vespistica, con poche variazioni (perlopiù nel comparto elettrico); i blocchi motore provvisti di avviamento elettrico e miscelatore, invece, presentano alcune modifiche, tali da compromettere l'intercambiabilità di alcune parti.<br />
Il cuscinetto di banco lato volano è ora a rulli, lo stesso adottato da Piaggio sui motori PX; tuttavia l'albero motore ha quote differenti da quello PX.<br />
Le versioni 125cc hanno una nuova configurazione di tipo «quadro» (54 x 54), già vista in ambito vespistico sulle vecchie 125 «cinque per cento» (faro basso, «U», «VNA») e qui abbinata ad una biella da 110 mm.<br />
Motore: 123,67 cc (54 x 54) oppure 145,45 cc (57 x 57) - tre travasi - quatto marce. Accensione elettronica CDI. Miscelatore ed avviamento elettrico opzionali. Scarico con attacco «a flangia», comune al resto della produzione Bajaj dalla seconda metà degli anni '90. Impianto luci a 12V con lampeggiatori, eventualmente con batteria.<br />
Ruote: da 10" (3,50"), cerchi di tipo «aperto» con tamburi alettati.<br />
<br />
<b>Bajaj Chetak «five ports»: Bajaj Bravo. Da dicembre 1999.</b><br />
Non è conosciuto, ad oggi, il numero che identifica questa variante. Si tratta di una consistente evoluzione della Classic SL, dalla quale si differenzia per il colore delle plastiche dei lampeggiatori (di forma tondeggiante: colore bianco sulla «Bravo», ambrati sulla «Classic SL»).<br />
Il motore così aggiornato, si avvale dell'ammissione lamellare e di un cilindro a cinque luci di travaso. La frizione è del tipo a sette molle, inedita sulle Bajaj ma già adottata da Piaggio dalla fine degli anni '60. Verso fine produzione, il carburatore Spaco tipo «SI» viene rimpiazzato da un Jetex dall'impostazione più convenzionale e montato su un collettore a gomito.<br />
Questo è, nei fatti, il primo motore vespistico con ammissione lamellare prodotto in serie; di lì a poco sarà imitato da LML, che ne riproporrà le innovazioni adattandole al blocco PX ereditato da Piaggio.<br />
Nota: per quanto riguarda gli esemplari prodotti da marzo 2000, il blocco motore dovrebbe essere contrassegnato con la sigla «CD».<br />
<br />
<b>CLC e CLE - Bajaj Chetak e Legend «quattro tempi» (4S). Dal 1998.</b><br />
E' la versione a quattro tempi della «Chetak», totalmente rinnovata anche nel telaio. Da essa deriva anche la «Legend», differenziata nei cofani e nel manubrio (dotato di faro di forma squadrata).</div>
Marco Benardihttp://www.blogger.com/profile/03415470323846237096noreply@blogger.com8